Effi Briest, Theodor Fontane

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view post Posted on 29/5/2017, 10:59
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‘Ma la signora von Briest, che all’occasione sapeva anche liberarsi dalle convenienze, la trattenne improvvisamente, guardò per un momento la figurina della figlia, che, ancora accaldata dall’animazione del gioco, le stava davanti come un’immagine di vita impetuosa, e disse quasi confidenzialmente: «In fondo il meglio è che tu resti come sei. Sì, resta così. Stai benissimo. E, se anche non fosse, hai un aspetto così impreparato, così preso alla sprovvista… Ed è proprio questo che importa ora. Perché, Effi, bisogna che ti dica… » prese nelle sue le mani della figlia «bisogna che ti dica… »
«Ma che hai, mamma? Mi fai spaventare!»
« … bisogna che ti dica, Effi, che il barone Instetten ti ha chiesto in moglie or ora.»
«Mi ha chiesto in moglie? Sul serio?»
«Non son cose da scherzarci su. Tu l’hai visto l’altro ieri, e credo che ti sia piaciuto. Certo è più vecchio di te, che poi in fondo è una fortuna, ma è un uomo di carattere, ha una buona posizione, e, se non dirai di no, - e non potrei proprio immaginarmi un rifiuto da una ragazza giudiziosa come te – a vent’anni sarai al punto che le altre raggiungono a quaranta. Supererai di gran lunga tua madre.»’


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Effi Briest, di Theodor Fontane, è un romanzo che mi riporta all’inizio dei miei anni di formazione accademica, quello che – secondo la mia nostalgia – mi ha dato il benvenuto nel mondo della letteratura tedesca, fino ad allora a me totalmente sconosciuta.
Effi, figlia unica di genitori benestanti, si fidanza all’età di diciassette anni con un ex pretendente della madre, il barone Geert von Instetten, funzionario statale. La nuova coppia si stabilisce nella solitaria Kessin, dove Effi ha poche occasioni di condurre una vita sociale e molte chance, invece, per avvicinare e farsi avvicinare da persone dalle svariate intenzioni. Ancor prima di compiere il diciottesimo anno d’età, mette al mondo una figlia, Annuccia. Nel frattempo, la vita reclusa l’annoia e l’inquieta sempre più, finché non intreccia una relazione col maggiore Crampas, coniugato, parecchio più anziano di lei. Quando von Instetten ottiene un incarico a Berlino, Effi ne è sollevata, poiché questo metterà fine alla storia peccaminosa avuta sino allora. Commettendo un errore, tuttavia: Effi conserva infatti, trattenuti insieme da un nastrino rosso, diversi biglietti e lettere che si era scambiata a Kessin con Crampas e, per un caso fortuito, il pacchettino finisce nelle mani del marito. Effi viene immediatamente ripudiata, allontanata da casa, dalla figlia, e respinta dalla dimora paterna, per timore dello stigma sociale che la investirebbe in quanto donna caduta. Dopo aver tentato, con nullo successo, di riconciliarsi con la figlia ormai decenne, Effi si ammala di mal sottile e trascorre così gli ultimi mesi della sua vita nella casa dei genitori, a ricordare il tempo precedente al suo fidanzamento, quando giocava con le sue amiche di scuola nel prato della tenuta.
Non posso dire d’esser mai stata dispiaciuta per Effi e la sua sorte infelice: forse avrei dovuto provare empatia nei suoi confronti, giustificare le sue azioni con la sua gioventù ed inesperienza, ma – in realtà – mi ha sempre e solo provocato un tiepido disinteresse. Il personaggio negativo di tutta la storia, in fondo, è la madre, la quale usa ed abusa della figlia per raggiungere ciò che ella stessa aveva ad un tempo rifiutato – ora rimpiangendo la sua scelta – ma che può vedere realizzarsi per Effi, estensione di se stessa. Le frasi riportate qui sopra “supererai di gran lunga tua madre” e “non potrei proprio immaginarmi un rifiuto da una ragazza giudiziosa come te” la dicono lunga sul potere materno rivestito dalla donna: mettendo Effi, diciassette anni, nella posizione di immaginarsi socialmente al di sopra della madre, trentotto anni, non può non constituire una seduzione nei confronti della giovane. Ed inoltre, come si può rifiutare un’occasione del genere se si è giudiziose? Ed Effi vuol essere giudiziosa, per non deludere la madre, per non esser per lei fonte di dispiacere ed imbarazzo.
Si potrebbe scrivere una tesi di laurea su questo romanzo, sulle sue figure maschili, presenti eppure di secondo piano, partendo dal padre di Effi, per il quale – cito parole testuali – tutto è “un campo troppo vasto”; il barone von Instetten, immerso nel suo ufficio agli ordini dell’imperatore e per il quale nulla è al di sopra dell’onore; Crampas, il quale, sfidato a duello da Instetten, nulla fa per salvarsi la vita ed accetta la punizione con serenità nello sguardo.
A ‘sti punti, vi dico solo: leggetelo.

Edited by aleperri - 17/7/2020, 12:23
 
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view post Posted on 3/4/2019, 11:19
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The dark side

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La lettura di questo libro risale alle fine del liceo, secoli or sono.
Non me lo ricordo nemmeno...
Però l'avevo comprato e poi letto incuriosita dalle spiegazioni fatte dalla prof di Tedesco per letteratura.
Secondo me il tedesco, come anche lo spagnolo devono avere lo stesso "tempo" dedicato al francese e all'inglese, non li vedo da meno.

Grazie della recensione
 
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1 replies since 29/5/2017, 10:59   96 views
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