La bella, giovane, ricca e intelligente Emma Woodhouse stringe amicizia con Harriet Smith, meno fortunata di lei, e tenta in ogni modo di trasformare l'amica in una donna di gran fascino, un essere a sua immagine. Nel frattempo non esita a intrecciare un flirt con un giovanotto, Frank Churchill... Alla fine Emma riuscirà a imparare dai propri errori, divenendo più saggia ma senza perdere la sua incontenibile allegria.
"Sono andata a scegliermi un'eroina che nessuno tranne me potrebbe amare...": così diceva, della protagonista, la sua creatrice. Emma Woodhouse è una giovane donna intelligente, indipendente, che ha sviluppato una forte individualità e una decisa coscienza della propria posizione sociale. E tuttavia è straordinariamente cieca di fronte ai sentimenti: propri e altrui. Jane Austen costringe la sua eroina a una tardiva quanto autoironica presa di coscienza, attraverso la quale prende forma anche la sua sottile critica dei costumi, della vanità e dell'egoismo, visti alla luce di una profonda comprensione dell'animo umano. Finalmente ho trovato il tempo per leggere EMMA, che avevo sullo scaffale da un pezzo.
Che dire? Jane Austen è sempre lei. Cominci a leggere e vieni catapultata nel suo modo e non riesci più a smettere fino a che non giri l’ultima pagina. Certo, rispetto a quelli letti finora (ORGOGLIO E PREGIUDIZIO, PERSUASIONE, RAGIONE E SENTIMENTO), questo forse è quello che mi ha appassionato di meno, ma ciò nonostante mi è comunque piaciuto e l'ho trovato assai interessante perchè per certi aspetti si discosta dagli altri romanzi austeniani. All'epoca EMMA fu considerato il suo capolavoro, mentre in realtà io ritengo che il suo capolavoro della maturità sia da considerarsi PERSUASIONE, mentre il suo libro più appassionante e senza tempo rimane sempre ORGOGLIO E PREGIUDIZIO, ma EMMA è interessante e originale perchè ci presenta una protagonista sui generis: perchè diciamolo, il personaggio di Emma Woodhouse non si fa amare fin dalle prime pagine come una Lizzie Bennet, le sorelle Dashwood o una Anne Elliot, che, pur commettendo anche loro sbagli, pur avendo delle pecche, sono delle vere eroine romantiche ,con cui è facile identificarsi e per cui si fa subito il tifo. Emma, che ha dalla sua fin dall'inizio ogni tipo di vantaggio (bellezza, ricchezza, intelligenza), risulta quasi insopportabile! è viziata, snob, presuntuosa, invadente, permalosa e combina un sacco di guai! Tutti tessono le sue lodi e scusano il suo comportamento e lei ama essere al centro di tutto.
Non a caso nega la sua amicizia a una degnissima Jane Fairfax perchè ,come ammetterà alla fine, la invidia e vede in lei una rivale, mentre intreccia una iniqua amicizia con una insulsa, ma buona, Harriet Smith, che le da sempre ragione e la incensa, e che può plasmare a influenzare come vuole sentendosi sempre in una posizione di superiorità (anche se poi alla fine sarà proprio la sua negativa influenza su di lei a rivoltargliela involontariamente "contro" e renderla quasi una minaccia alla sua felicità). Emma non è un personaggio negativo, ma il suo carattere, la sua situazione familiare e il suo ruolo nella piccola società di Highbury ne hanno fatto quello che è. L'unico che si permette di criticarla apertamente è proprio colui che alla fine dimostra di provare per lei sentimenti più autentici e che la stimola a cambiare, ovvero il signor Knightley, che con la sua maturità e buon senso controbilancia le sventatezza della protagonista, anche se il percorso di crescita della ragazza è anche dovuto alle varie "batoste" conseguenti ai guai che combina e che le si rivoltano contro.
Certo anche Lizzie Bennet fa errori di valutazione e sbaglia per i suoi pregiudizi, ma lo fa in buona fede, e certo anche Anne Elliot ha sbagliato in passato, ma a causa della giovane età e di cattive influenze e noi la conosciamo già più matura e consapevole, infine anche Marianne Dashwood agisce troppo d'impulso, ma lo fa spinta dall'amore. Mentre Emma ha molti di questi difetti senza però le stesse attenuanti.
Ho cominciato a provare maggiore simpatia per la signorina Woodhouse, proprio quando le cose cominciano ad andarle per il verso sbagliato, ma forse anche quando fa la sua comparsa l'odiosissima signora Elton: per quanto macchiettistica a volte, è forse l'unico vero personaggio negativo del romanzo assieme al suo untuoso marito.
Ma sinceramente tra i personaggi non negativi che però ho trovato più insopportabili, non c'è la signorina Bates, che alla fine fa simpatia, ma il signor Woodhouse! un vecchio egoista, noioso e petulante, con dei comportamenti al limite del ridicolo.
Alcuni accostano Frank Churchill ad altri personaggi austeniani come Wickam e Willoughby, ma anche se la sua funzione (errato interesse amoroso iniziale della protagonista e sorta di rivale del protagonista maschile) può essere la stessa, il povero Frank non ha nulla della negatività degli altri due, e anzi oserei dire che alla fin fine la sua storia d'amore con Jane Fairfax è anche più appassionata della stessa storia d'amore tra la coppia protagonista: a volte penso che se l'autrice avesse narrato la vicenda dal punto di vista di Jane, anzichè dal punto di vista di Emma, la stessa Jane sarebbe stata una perfetta eroina austeniana... ma forse il romanzo avrebbe perso la sua originalità e la sua peculiarità e un protagonista maschile davvero degno di tale ruolo: personalmente mi piace moltissimo Knightley, che forse è , tra quelli della Austen, il mio personaggio maschile, finora, preferito... ovviamente dopo l'innarrivabile Darcy!