Il sogno, Sigmund Freud

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skajd
view post Posted on 3/9/2008, 12:00




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Nota di copertina: Gli scritti raccolti in questo volume, dal Meccanismo psichico della dimenticanza a Il sogno, ruotano attorno al grande testo dell'interpretazione dei sogni. Il primo, infatti, è un'anticipazione di un modo di investigazione e di smontaggio del linguaggio onirico, mentre il secondo vuole presentare un'esposizione semplice e breve della complessa costruzione freudiana. Perchè allora accostare il saggio sulla Gradiva, di solito inserito tra gli scritti che applicano il metodo psicoanalitico all'arte, a questi lavorisul sogno?........

Da leggere solo a mente lucida e serena!!! :P
Interessante, anche se abbastanza pesantuccio, ma in fondo stiamo parlando di Freud...ma se devo dirla tutta, a me i suoi testi, tra cui questo, sono serviti.

Il saggio si apre con i capitoli del meccanismo della dimenticanza e dei ricordi di copertura. Poi si passa all'interessante capitolo sul sogno.
Per Freud "i sogni sono semplici e palesi realizzazioni di desideri ed essi non si occpano mai di cose che non siano degne di interesse anche durante il giorno, e le banalità che non ci colpiscono durante il giorno non possono seguirci nel sonno".
Essi ci rivelano l'inconscio e i suoi desideri, alcune volte lo fanno in modo diretto(ma è una rarità), ma la maggior parte delle volte lo fanno attraverso processi di camuffamenti e censure, dovute probabilmente alla coscienza.

Riporto qui una parte del saggio, dove parla di un suo sogno:

SPOILER (click to view)
Voglio ora mostrare che cosa si può ottenere se si applica questo metodo d'indagine al sogno. Qualunque esempio di sogno dovrebbe poter ugualmente servire a questo scopo; per precisi motivi scelgo però un sogno personale, che nel ricordo sembra confuso e senza senso e si fa prediligere per la sua brevità. Forse proprio il sogno che ebbi la notte scorsa soddisfa queste esigenze. Eccone il contenuto, com'è stato fissato immediatamente dopo il risveglio:

"Una compagnia, tavola o 'table d'hôte'... si mangiano spinaci...

La signora E. L. siede vicino a me, si gira tutta verso di me e mi mette confidenzialmente la mano sul ginocchio. Io allontano la mano, schermendomi. Allora la signora dice: 'Lei però ha sempre avuto occhi tanto belli'... Vedo quindi confusamente qualche cosa come due occhi, disegnati, o come il contorno di una lente d'occhiali...".

Questo è tutto il sogno, o perlomeno tutto quello che ne ricordo.

Mi sembra oscuro e senza senso, ma soprattutto strano. La signora E. L. è una persona con la quale raramente ho intrattenuto rapporti amichevoli e, per quello che ne so, non ne ho mai desiderato di più cordiali. Non l'ho vista da molto tempo e non mi pare di averne sentito parlare nei giorni scorsi. Lo svolgimento del sogno non è stato accompagnato da alcun affetto.

Il fatto di riflettere sul sogno non mi permette di capirlo meglio. Ora però annoterò - senza premeditazione, acriticamente - i pensieri che si presentano alla mia autoosservazione. Osservo subito che è conveniente scomporre il sogno nei suoi elementi e ricercare per ogni frammento le associazioni che vi si collegano.

Compagnia, tavola o "table d'hôte": vi si collega subito il ricordo del piccolo episodio che ha concluso la serata di ieri. Mi ero allontanato da una piccola brigata insieme a un amico che si offrì di prendere una carrozza per riportarmi a casa. "Ne preferisco una col tassametro - mi disse, - ci tiene occupati così gradevolmente; si ha sempre qualcosa da guardare". Quando fummo seduti in carrozza e il vetturino mise in funzione il tassametro, facendo apparire i primi sessanta centesimi, continuai il suo scherzo: "Siamo appena saliti e già gli dobbiamo sessanta centesimi. La carrozza a tassametro mi ricorda sempre la 'table d'hôte'. Mi rende avaro e interessato, perché mi ricorda continuamente il mio debito. Mi sembra che aumenti troppo in fretta e ho paura di rimetterci, proprio come alla 'table d'hôte' non riesco a evitare il comico timore di ricevere troppo poco, di dover badare al mio interesse". Con un riferimento un po' forzato, citai i versi:

Ihr führt ins Leben uns hinein, Ihr lasst den Armen schuldig werden.(1).

Un secondo spunto per "table d'hôte". Qualche settimana fa, in una località di villeggiatura del Tirolo, mentre ero al tavolo del ristorante, m'irritai fortemente con la mia cara moglie, che secondo me non era abbastanza riservata nei confronti di alcuni vicini, con i quali non volevo assolutamente stringere rapporti.

La pregai di occuparsi di me, anziché di estranei. Anche in questo caso, è come se io ci avessi rimesso alla "table d'hôte". Ora mi colpisce il contrasto fra il comportamento di mia moglie quel giorno a tavola e quello della signora E. L. nel sogno, che "si gira tutta verso di me".

Ancora: noto ora che il sogno è la riproduzione di una scenetta che si svolse in modo perfettamente simile fra me e mia moglie, al tempo del nostro fidanzamento segreto. Il gesto di tenerezza sotto il tavolo era la risposta a una lettera di richiesta ufficiale.

Nel sogno però mia moglie è sostituita dalla signora E. L., che mi è estranea.

Questa signora è la figlia di un uomo al quale sono stato DEBITORE DI DENARO! Non posso fare a meno di notare che qui si svela una connessione inaspettata tra i frammenti del contenuto onirico e le mie associazioni. Seguendo la catena associativa, che parte da un elemento del contenuto onirico, si viene subito riportati a un altro elemento dello stesso contenuto. I miei pensieri sul sogno stabiliscono collegamenti che nel sogno stesso non erano visibili.

Quando qualcuno si aspetta che qualcun altro si prenda cura dei suoi interessi, senza trovarci personale guadagno, non si usa forse chiedere sarcasticamente a questo inesperto delle cose del mondo: "Crede dunque che questo o quello accada per i suoi BEGLI OCCHI?" Quindi il discorso della signora E. L. nel sogno: "Lei ha sempre avuto occhi tanto belli" non significa altro che: "La gente le ha sempre fatto tutto per favore; Lei ha sempre avuto tutto per NIENTE." Naturalmente è vero il contrario. Ho pagato decisamente caro tutto quello che di buono mi è venuto dagli altri. Devo perciò essere stato colpito dal fatto che ieri ho avuto gratis la carrozza con cui il mio amico mi ha portato a casa.

Del resto, l'amico del quale siamo stati ospiti ieri mi ha spesso reso suo debitore. Proprio poco tempo fa mi sono lasciato sfuggire l'occasione di ripagarlo. Egli ha un unico mio regalo, una coppa antica, nella cui circonferenza sono dipinti degli occhi: è quello che è chiamato un "occhiale" contro il malocchio. Del resto è un oculista. Sempre ieri sera, gli ho chiesto notizie di una paziente, che gli ho inviato perché le prescrivesse delle lenti.

Osservo che quasi tutti i frammenti del contenuto onirico vengono ora a trovarsi raccolti in una nuova connessione. Procedendo in modo conseguente, potrei però domandarmi perché nel sogno vengono serviti proprio spinaci. Perché gli spinaci ricordano una scenetta capitata qualche tempo fa a casa nostra durante il pranzo, quando uno dei bambini - proprio quello di cui si possono vantare i begli occhi - rifiutò di mangiare spinaci. Anch'io da bambino mi comportavo così; per molto tempo gli spinaci mi ripugnarono, finché più tardi i miei gusti cambiarono e questa verdura diventò un mio piatto preferito. L'accenno a questa pietanza stabilisce dunque un accostamento tra la mia giovinezza e quella del mio bambino. "Accontentati di avere degli spinaci - aveva detto la mamma al piccolo buongustaio, - ci sono bambini che sarebbero molto felici di averne". In questo modo mi si ricordano le cure dei genitori per i figli. Le parole di Goethe:

"Ihr führt ins Leben uns hinein, Ihr lasst den Armen schuldig werden."

acquistano in questo contesto un nuovo significato.

Mi fermerò qui, per dare uno sguardo d'insieme ai risultati finora ottenuti dall'analisi del sogno. Seguendo le associazioni che si congiungono ai singoli elementi onirici, staccati dal loro contesto, sono arrivato a una serie di pensieri e ricordi, nei quali devo riconoscere espressioni di grande valore della mia vita psichica. Questo materiale, ritrovato per mezzo dell'analisi, è in intima relazione col contenuto del sogno; tuttavia questa relazione è tale, che mai avrei potuto ricavare da quel contenuto il materiale nuovo che è stato rintracciato. Il sogno era privo di affetti, sconnesso, incomprensibile; mentre sviluppo i pensieri che stanno dietro di esso, sento moti affettivi intensi e ben fondati; i pensieri stessi si saldano d'incanto in catene logicamente congiunte, nelle quali precise rappresentazioni figurano ripetutamente come elementi centrali. Nel nostro esempio, queste rappresentazioni che non appaiono nel sogno sono la contrapposizione fra interessato e disinteressato e gli elementi:

esser debitore e agire gratuitamente. Nella trama che si svela all'analisi, io potrei tirare più fortemente i fili e far quindi vedere che essi convergono in un solo nodo; ma considerazioni di ordine non scientifico, ma privato, mi impediscono di rendere pubblico questo lavoro. Dopo essermi reso pienamente conto, procedendo verso la soluzione, di quello che io stesso riconosco malvolentieri, dovrei rendere palesi troppe cose, che è meglio rimangano un mio segreto. Ma perché non ho preferito scegliere un altro sogno, la cui analisi meglio si prestasse alla comunicazione, in modo da poter dare una migliore dimostrazione del senso e della coerenza del materiale rinvenuto? La risposta è:

perché ogni sogno di cui mi volessi occupare mi porterebbe alle stesse cose, difficili da comunicare, e mi metterebbe nella stessa necessità di discrezione. Né riuscirei a evitare questa difficoltà sottoponendo ad analisi il sogno di un'altra persona, a meno che le circostanze non mi consentissero di lasciar cadere ogni velo, senza danno per colui che mi si è affidato.


Infine il saggio di chiude su Il delirio e i sogni nella Gradiva di Wilhelm Jensen....molto molto bello, e ne approfitto anche per consigliare proprio il testo "Gradiva".
Cos'è la Gradiva? E' uno scritto bellissimo pubblicato a inizio 900.
Brevemente è la "storia" di un archeologo, che scopre a Roma, un bassorilievo che ritrae una donna "nell'atto di camminare"...in una posa che colpisce lo studioso. Cosa molto strana, visto che per lui le donne non suscitavano alcun interesse...dopo un po' fa un sogno: si trova a Pompei, e rivede la fanciulla proprio prima dell'eruzione del vulcano...Cosa fa allora? Si convince che l'unico modo per ritrovarla è andare proprio a Pompei...Insomma non vi dico più nulla...chi è interessato deve scoprire da solo tutto il resto, senza rovinarsi la lettura con i miei spoieler.
 
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Sellerona23
view post Posted on 6/9/2008, 17:27




....ma come ho fatto a non accorgermi che la Signora Skajd aveva postato questo capolavoro?

...che i libri di Freud sono pesanti è normale, dopo tutto stiamo parlando del padre della psicanalisi...la base della psicologia moderna.

Un grande.
 
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skajd
view post Posted on 15/9/2008, 20:04




CITAZIONE (Sellerona23 @ 6/9/2008, 18:27)
...che i libri di Freud sono pesanti è normale, dopo tutto stiamo parlando del padre della psicanalisi...la base della psicologia moderna.

si, infatti...possiamo dire che la pesantezza nei suoi scritti è un fatto normale...anche perchè ci troviamo di fronte ad una materia non proprio "spicciola"...
Hai qualche consiglio su altri suoi testi?
 
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Sellerona23
view post Posted on 16/9/2008, 08:25




...apparte quello che ho postato nell'altra sezione, non ho letto niente di completo, solo qualche pezzo qua e là...

La psicologia, mi piace molto e mi affascina come materia, sto iniziando a leggere diverse cose, ed inserirò anche lui sicuramente!
 
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3 replies since 3/9/2008, 12:00   152 views
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